Strategie proattive, investimenti in efficienza energetica e gestione esternalizzata degli energy asset possono mitigare l'impatto dei rincari stimati. L’analisi di Nicola Miola, General Manager di Centrica Business Solutions Italia.
Le previsioni di escalation dei prezzi di gas ed elettricità prospettano un'onda d'urto senza precedenti sul sistema produttivo italiano, mettendo a repentaglio la competitività delle imprese, già gravemente provata in questi ultimi 5 anni. Nicola Miola, General Manager di Centrica Business Solutions, analizza il contesto e propone soluzioni concrete per supportare le aziende nel mitigare l'impatto di questa crisi.
Sono diverse le analisi e le previsioni che calcolano un incremento che desta preoccupazione dichiarata in diversi settori. Le stime variano, ma concordano tutte su un trend al rialzo.Tra queste, la valutazione del Centro Studi di Unimpresa, che calcola un prezzo medio del gas per il 2025 intorno ai 50,00 Euro per Megawatt all’ora, con un incremento di 15,00 Euro rispetto ai 35,00 medi registrati nel 2024. Un aumento significativo, che potrebbe pesare sulle imprese italiane per circa 1,6 miliardi di Euro in costi aggiuntivi, stimando un consumo totale di gas pari a circa 10 miliardi di metri cubi annui. Questi valori, di per sé allarmanti, sono solo la punta dell'iceberg di un problema più complesso.
L'attuale scenario energetico è il risultato di una convergenza di fattori complessi e interconnessi, che influenzano i prezzi e la disponibilità delle risorse. L'aumento dei prezzi di luce e gas non è un fenomeno semplice e lineare, ma il risultato di una combinazione di fattori strutturali e contingenti.
Da un lato, vi sono dinamiche intrinseche al mercato energetico, come, ad esempio, la composizione dei costi dell'energia elettrica e del gas, e il relativo tanto desiderato disaccoppiamento tra gli indici di riferimento che ne regolano il prezzo. Per l'energia elettrica, la materia prima incide per circa 1/3, mentre i costi di trasporto, stoccaggio e altri servizi pesano per 2/3. Nel caso del gas, invece, la proporzione è di 2/3 per la molecola e 1/3 per i costi fissi. Questa struttura implica che anche variazioni significative al ribasso nel prezzo della materia prima si riflettono solo in parte sui costi finali per le aziende, perché una quota significativa dei costi rimane fissa.
Dall'altro lato, le instabilità internazionali, in particolare il conflitto in Ucraina, hanno acuito la volatilità dei mercati innescando fenomeni speculativi nell'offerta di gas naturale prima e di energia elettrica poi. Gli attuali eventi geopolitici hanno contribuito ad amplificare le oscillazioni dei prezzi e generare incertezza e instabilità diffusa, con impatti nella pianificazione dei costi industriali di produzione del manufacturing italiano. Ma ancora, è necessario considerare ulteriori fattori, quale il ruolo del gas e delle rinnovabili nel meccanismo di definizione del prezzo dell’energia elettrica, le dinamiche del mercato e la dipendenza dall'estero.
Il gas naturale, ad esempio, continua a essere una fonte primaria per la produzione di energia elettrica in Italia, rappresentando una percentuale superiore al 40% del mix energetico nazionale, secondo i dati del GSE. Questa dipendenza dal gas rende il nostro Paese particolarmente vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi della materia prima, soprattutto per quei comparti industriali che richiedono vapore, acqua surriscaldata, calore o freddo. A ciò si aggiunge la dipendenza dell’Italia dalle importazioni di energia elettrica, che rende il nostro sistema energetico fragile di fronte a fattori quali le prossime manutenzioni programmate al sistema di produzione nucleare francese, da cui come noto deriva l’energia al minor prezzo, con conseguenze dirette sul nostro mercato.
Nell’analisi dell'andamento dei prezzi dell'energia, è d’uopo considerare anche la produzione di energia da fonti rinnovabili non programmabili, come il solare fotovoltaico e l'eolico e dalla disponibilità di energia idroelettrica: queste fonti, pur essendo fondamentali per la transizione verso un sistema energetico più sostenibile, possono variare la loro produzione in base alle condizioni meteorologiche, influenzando di conseguenza i prezzi sul mercato.
L'aumento dei costi energetici sta producendo effetti a catena sul tessuto imprenditoriale italiano: dall’aumento dei costi di produzione, con conseguente riduzione dei margini di profitto specialmente per le imprese energivore, tra le più colpite dagli incrementi, alla perdita di competitività per le imprese italiane, con il rischio di delocalizzazione della produzione.
Diventa necessario, in particolare per i settori energivori come carta, plastica, vetro, conciario, food & beverage e data center, adottare un approccio strategico e integrato per mitigare l'impatto dell'aumento dei prezzi di luce e gas.
Affidare la gestione degli asset energetici a esperti del settore può rappresentare un vantaggio competitivo significativo per le aziende. Queste realtà, confidurandosi come veri e propri partner grazie a una solida preparazione tecnica e una robusta struttura finanziaria, sono in grado di monitorare costantemente il mercato, anticipare le tendenze e adottare le soluzioni più appropriate per ottimizzare i costi e ridurre i rischi.
A differenza dell'azienda, focalizzata sul proprio core business, i partner energetici sono aggiornati in tempo reale sulle evoluzioni tecnologiche e normative, e possono intervenire rapidamente per adeguare impianti, processi e studiare soluzioni adatte alle mutate esigenze, indipendentemente che si tratti di installare un impianto frigorifero, una pompa di calore, un sistema di cogenerazione, o convenga configurare una soluzione PPA off-site flessibile. Oggi, la volatilità del mercato impone un modello di azione operabile nell'immediato con una visione di medio termine aperta a rapidi cambiamenti, con orizzonti temporali che si riducono drasticamente rispetto al passato. Gli investimenti, un tempo decennali, diventano ora soluzioni "mobili", spesso a breve termine, e devono essere in grado di adattarsi alle rapide trasformazioni del settore, anche in un arco temporale inferiore ai 3-4 anni. In qualità di operatori storici del settore energetico con un ampio spettro di azione, in Centrica Business Solutions siamo in grado di gestire questa complessità, proponendo schemi tecnologici e contrattuali flessibili e modulari, capaci di adattarsi alle esigenze specifiche di ogni azienda e alle evoluzioni del mercato.
Delegare la gestione degli asset energetici a esperti del settore consente alle aziende di concentrarsi sul proprio core business, senza doversi preoccupare delle complessità e dei rischi esogeni legati al mercato. Un partner energetico si assume la responsabilità della gestione, della performance, dell'aggiornamento e dell'evoluzione tecnologica "aperta", consentendo alle aziende di risparmiare tempo, investimenti, costi e risorse preziose.
La crisi energetica rappresenta una sfida determinante per le aziende italiane, ma anche un'opportunità per accelerare la transizione verso un sistema energetico più strutturato, resiliente, sostenibile ed efficiente. Investire in efficienza energetica e autoproduzione, diversificare le fonti di approvvigionamento, adottare schemi flessibili e tecnologie innovative sono passi fondamentali per garantire competitività e sostenibilità delle imprese nel lungo periodo.
Nicola Miola
Nicola Miola è General Manager di Centrica Business Solutions Italia. La lunga esperienza nel settore energetico gli ha consentito di acquisire ottime conoscenze del mercato e competenze professionali in Sistemi Energetici Distribuiti e in sistemi "smart grid", in particolare nei settori della cogenerazione, della trigenerazione e delle energie rinnovabili.
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